Una Sentenza decisiva per i docenti abilitati in Spagna

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Siamo lieti di comunicare che il TAR del Lazio, con la sua recente pronuncia datata 31 ottobre 2023, ha definitivamente accolto il ricorso collettivo presentato da parte dello Studio Legale Naso & Partners, riguardante la contestata Nota MIUR 2971 del 17 marzo 2017.


La nota del Miur sui docenti abilitati in Spagna


L’errore del MIUR ha avuto un impatto significativo sui docenti abilitati in Spagna. In pratica, con quella nota ministeriale, l’allora MIUR (attualmente il Ministero dell’Istruzione e del Merito) ha cambiato le regole, rendendo necessario superare un concorso pubblico o essere iscritti nelle graduatorie straordinarie dei professori supplenti delle Comunità autonome spagnole per ottenere il riconoscimento dell’abilitazione conseguita in Spagna. Questa interpretazione sbagliata del MIUR ha portato a un blocco ingiusto delle richieste di riconoscimento dei titoli per tutti i docenti abilitati in Spagna.

Nel 2017, gli avvocati Domenico Naso e Valerio Lancia hanno intrapreso un’azione legale collettiva presso il TAR del Lazio per contestare questa nota ministeriale. La contestazione era basata sulla chiara illegittimità della nota, in quanto risultato di un’interpretazione errata della normativa spagnola e della comunicazione inviata dal Ministero spagnolo al MIUR italiano.


La Sentenza Decisiva per i docenti abilitati Spagna


Con la recente sentenza n. 16220 del 31.10.2023 il TAR del Lazio ha integralmente accolto la tesi sostenuta dallo Studio Legale Naso & Partners con la seguente motivazione: “il provvedimento impugnato, nell’introdurre rigidi requisiti a cui subordinare l’ammissibilità delle istanze di riconoscimento (“non saranno prese in considerazione”), appare porsi in direzione opposta ai citati orientamenti giurisprudenziali, da ultimo espressi nelle richiamate Adunanze Plenarie, impedendo qualsiasi comparazione tra percorsi professionalizzanti, pur in presenza di abilitazioni all’insegnamento rilasciate dal Ministero spagnolo (le c.d. Acreditacion) che attestano l’idoneità ad insegnare nei centri privati e a partecipare a concorsi pubblici (e finanche ad insegnare a tempo determinato nelle scuole pubbliche, se iscritti in apposite liste).

La nota del Ministero spagnolo e la Acreditacion ad esso allegata appaiono dunque chiare nell’indicare che, nel sistema spagnolo, il superamento delle procedure selettive è diretto non ad abilitare l’aspirante docente alla professione dell’insegnamento, ma a consentire il reclutamento nel medesimo nelle scuole pubbliche, ossia l’assegnazione concreta del posto come funzionario di carriera del corpo docente ovvero come docente supplente a tempo determinato, sul presupposto che l’abilitazione già sia in possesso dell’aspirante docente (“Gli aspiranti che abbiano superato il sistema selettivo di accesso alla funzione pubblica sono nominati funzionari di carriera del corpo docente non universitario corrispondente. Questi aspiranti otterranno un impiego come professore funzionario di carriera, con posto fisso e permanente.”; cfr. la nota del Ministero spagnolo sopra riportata).


Il riconoscimento dell'abilitazione conseguita in Spagna


Conseguentemente il TAR del Lazio ha altresì precisato che “in presenza di una attestazione, rilasciata all’esito di un percorso formativo nel Paese d’origine, sorge il dovere di valutare l’istanza di riconoscimento, senza che al riguardo assuma rilievo la mera partecipazione alle procedure di assunzione nelle scuole pubbliche, fase che non pertiene al citato aspetto formativo (cfr. Cons. St., A.P., n. 19/2022, cit.).

Ciò è peraltro conforme ai principi di cui all’art. 53 TFUE, nonché al sistema di riconoscimento delineato dagli articoli 4, 12 e 13 della direttiva 2005/36/CE, in base al quale la verifica che compete allo Stato membro è quella concernente la corrispondenza tra le competenze attestate da un determinato titolo di formazione acquisito all’estero e le conoscenze in concreto richieste dal diritto nazionale per lo svolgimento di una determinata professione, ossia la valutazione di “comparabilità” tra le attività, così come richiesto dall’art. 4 della direttiva 2005/36/CE (CGUE, Vlassopoulou, 7 maggio 1991, causa C-340/89, § 15-19).


Conclusioni


Gli avvocati Domenico Naso e Valerio Lancia ritengono che la recente sentenza del TAR del Lazio rivesta un’importanza straordinaria. Questa decisione rappresenta il culmine di una lunga e impegnativa battaglia legale condotta per diversi anni dallo Studio Legale Naso & Partners, che ha lottato instancabilmente per difendere i diritti dei docenti abilitati in Spagna contro un’interpretazione arbitraria e illegittima della normativa spagnola da parte dell’ex MIUR.

È fondamentale sottolineare che, nel caso in cui la sentenza non venga eseguita, lo Studio Legale Naso & Partners prenderà ulteriori provvedimenti legali per tutelare tutti i docenti che hanno già ottenuto un decreto di riconoscimento con una clausola risolutiva. Molti di loro sono già stati assunti come docenti, e l’obiettivo è ottenere la rimozione di questa clausola, consentendo così il riconoscimento completo e incondizionato in Italia dell’abilitazione all’insegnamento ottenuta in Spagna.